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Italian Open
Images
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Annet Gelink Gallery
Laurierstraat 187-189
NL-1016 PL Amsterdam
www.annetgelink.nl
Inaugurazione sabato 31 ottobre 2009 ore 18.00
31 ottobre - 19 dicembre 2009
Micol Assaël, Elisabetta Benassi, Flavio Favelli, Lara Favaretto,
Christian Frosi, Giuseppe Gabellone, Piero Golia, Diego Perrone,
Giuseppe Pietroniro, Arcangelo Sassolino.
The Bakery:
Alek O., Giorgio Andreotta Calò, Emanuele Becheri, Rossella Biscotti,
Elia Cantori, Gianluca e Massimiliano De Serio, Patrizio Di Massimo,
Stefania Galegati, Invernomuto, Armin Linke & Amedeo Martegani, Matteo
Rubbi, Santo Tolone, Luca Trevisani, Mauro Vignando.
Italian Open intende fare il punto su una situazione difforme e
articolata per creare un contesto che rifletta la complessa realtà
italiana. Gli artisti riuniti hanno esperienze e carriere diverse alle
spalle; alcuni sono già apparsi sulla scena internazionale, altri sono
ancora alle prime armi.
Evocando l’idea di una competizione aperta, di uno scambio costante,
Italian Open si presta a molteplici letture. Questa mostra di 10 artisti
italiani delle ultime due generazioni non intende celebrare l’Italia
come meta di consumo culturale, ma come laboratorio di nuovi esperimenti
visivi. Un’urgenza che risponde al vizio antico di isolare ogni processo
creativo nello spazio della classicità.
L’arte Italiana vive di successivi rinnovamenti e il pericolo è quello
di non capire che esistono nuovi attori sul palcoscenico, soggetti che
devono essere messi in condizione di contribuire alla costruzione di
nuovi linguaggi. Questa opportunità permette una trasformazione
fondamentale del soggetto «italiano» in soggetto «internazionale»,
capace di contribuire non solo al cambiamento della propria
espressività, ma anche di essere parte attiva di una dialettica globale.
Ideologia, abilità, tecnologia e nostalgia si incontrano nei lavori in
mostra e raccontano il pianeta Italia.
Italian Open intende mostrare questo fenomeno di intrecci non ancora ben
tessuti, di anomalie rimaste troppo conformi e di contaminazioni le cui
origini sono tuttora troppo evidenti, dove la mescolanza non si è
compiuta del tutto. L’artista italiano sembra essere rimasto fedele ad
un modello di umanesimo che ha privilegiato l’individuo rispetto alla
collettività, alla folla etnica. L’artista italiano è un eterno
giocatore brechtiano, che per salvare la sua libertà interiore rinuncia
a far parte di qualsiasi gruppo. La complessità forse è la nostra unica
ricchezza, in contrasto ad una tradizione con la quale rimane difficile
confrontarsi.
Italian Open è quindi la metafora di un torneo, di una partita aperta.
Non si tratta di stabilire quanti arriveranno alla fine del ‘gioco’,
tuttavia è lo scontro-incontro a diventare l’obiettivo di questa
generazione. Italian Open parte dal presupposto che la definizione «arte
italiana» sia allo stesso tempo obsoleta e fondante per descrivere ciò
che succede nel territorio italiano, partendo dalla condizione
diversificata e complessa dei suoi giovani talenti. Tutti gli artisti di
Italian Open vivono il conflitto fra l’auto-rappresentazione in quanto
italiani e il desiderio di un’espressione internazionale che esuli
dall’idea di confine. Analizzata attentamente, la loro produzione mostra
affinità e dialogo con quella internazionale, ma soprattutto evidenzia
un individualismo poetico-formale e un eclettismo unici al panorama
nazionale.
Annet Gelink Gallery
Laurierstraat 187-189
NL-1016 PL Amsterdam
www.annetgelink.nl
Opening Saturday 31st October 2009 at 6 pm
31st October - 19th December 2009
Micol Assaël, Elisabetta Benassi, Flavio Favelli, Lara Favaretto,
Christian Frosi, Giuseppe Gabellone, Piero Golia, Diego Perrone,
Giuseppe Pietroniro, Arcangelo Sassolino.
The Bakery:
Alek O., Giorgio Andreotta Calò, Emanuele Becheri, Rossella Biscotti,
Elia Cantori, Gianluca & Massimiliano De Serio, Patrizio Di Massimo,
Stefania Galegati, Invernomuto, Armin Linke & Amedeo Martegani, Matteo
Rubbi, Santo Tolone, Luca Trevisani, Mauro Vignando.
Italian Open aims to make a point on the diverse and articulated
artistic situation present in Italy, attempting to define a context able
to reflect the complexity of the existing languages and practices. The
selected artists all have different experiences and artistic careers;
some of them have more of an international visibility, while others are
still emerging.
While evoking the idea of an open competition, of a continuous exchange,
Italian Open leads to different readings. This exhibition of 10 Italian
artists of the most recent generations, does not intend to celebrate
Italy as a destination of cultural consumerism, rather places itself as
a workshop of new visual experiments: an urgent reply to the antique
habit of isolating the cultural process to the realm of classicism.
Italian art exists through a number of subsequent renewals and the
danger is that of not understanding the presence of new actors on scene:
subjects that need to have the conditions to contribute to the
construction of new types of languages. This latter state permits the
significant transformation of the subject from being “Italian” to
becoming “International”, able not only of changing a personal way of
expression, but also of being part of a global dialectic. Ideology,
ability, technology and nostalgia dialogue in the works on show and
narrate the Italian atmosphere.
Italian Open intends to show this complex phenomenon of interweaving,
which is still not completed, adequate anomalies and contaminations
whose origins are yet too evident, where the composition has not been
accomplished. The Italian artist seems to have remained faithful to a
humanistic model which has privileged the individual in comparison to
the community, to the ethnic crowd. The Italian artist is an eternal
Brechtian player, who renounces to take part in any kind of group in
order to save his own personal freedom. The complexity perhaps is our
only richness, in contrast to a tradition difficult to confront.
Italian Open is thus the metaphor of a tournament, of an open match. The
important aspect relies not in establishing how many will arrive at the
end of the „game‟, as the collision-encounter is the focus of these
generations. Italian Open claims that the definition “Italian Art” is at
the same time obsolete and fundamental to describe what is happening on
the Italian territory, taking it steps from the diversity of its young
talents. All the artists participating in Italian Open live a conflict
between self-representation as Italians and the desire of an
international way of expression that goes beyond the idea of border. If
carefully analysed, their production shows affinity and dialogue with
the international one, but mainly evidences a poetic-formal
individualism and an eclecticism unique to the national panorama.
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