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Inaugurazione Giovedì 5 Marzo 2009 ore 18.00
Il termine inglese Drawing Room indica una stanza della casa in cui si
possono intrattenere gli ospiti; etimologicamente deriva da ‘withdrawing
room’ -stanza in cui ritirarsi- per ricevere in maniera semi-privata
ospiti di riguardo, ma letteralmente ‘drawing room’ significa anche
stanza per disegnare. Il progetto Drawing Rooms, che si svilupperà per
tutto il 2009, in diverse città Italiane in stanze pubbliche e private,
si ispira all’idea di ‘drawing room’ intesa sia come stanza da disegno
che come stanza da ricevimento. Il disegno si pone, infatti, ancora come
il metodo più immediato per catturare il processo creativo nel suo
divenire, in quanto è il gesto più diretto per trasmettere su una
superficie piatta un pensiero. La distanza fra la mente di chi disegna e
la pagina su cui lasciare un segno è minima, il movimento è spontaneo,
come quando ascoltando qualcuno parlare ci si trova a ‘scarabocchiare’
in maniera automatica. Il disegno è questo, un riflesso incondizionato,
un linguaggio silenzioso che nasce dalla nostra mano senza sforzo. In
una società in cui le informazioni vengono scambiate a velocità
vertiginosa, e le produzioni artistiche possono richiedere mesi di
lavoro e preparazione gli artisti sentono la necessità di fermarsi e
rappresentare il mondo attraverso sottili metafore. Lo scontro con la
realtà, li spinge a cercare nella dimensione privata del disegno un
contesto capace di raccontare, mantenendo alcuni aspetti di spontaneità
e automatismo, le loro ossessioni, i loro ricordi e i loro desideri.
Il progetto Drawing Rooms, che riunirà artisti di generazioni e
background diversi, offrirà al pubblico l’occasione di incontrare
produzioni artistiche che variano enormemente in tecnica, misura, temi e
raffigurazioni, ma che nel loro complesso portano alla luce la rinnovata
importanza di questa tecnica nel discorso artistico contemporaneo. Il
disegno può, ai nostri giorni, essere fatto a più mani, a carboncino, a
pennarello, a matita, ad acquerello, a mano libera ma anche proiettando
delle immagini, a macchina, stampando o cucendo con i materiali più vari
purché attraverso di esso gli artisti possano lasciare un segno.
Il 5 Marzo 09 in occasione dell’inaugurazione torinese di un nuovo
spazio dedicato allo sviluppo della creatività a 360°, nato dalla
collaborazione tra Art At Work e Independent Ideas, il pubblico potrà
visitare la prima Drawing Room. In uno spazio contemporaneamente privato
e di lavoro, il giovane artista Davide Savorani (Faenza 1977) abitando
un costume di iuta, concepito come una sorta di grande sacco informe, da
cui fuoriescono solo mani e piedi, sarà fortemente presente ma
contemporaneamente nascosto, prigioniero di una protesi che gli oscura
la vista e lo impedisce nei movimenti. Questa performance disegnativa
dal titolo Oh, Valley! rappresenta metaforicamente la sensazione di
esclusione ed alienazione che si può provare all’interno dello spazio in
cui si vive e si lavora, così come i sette disegni a carta carbone A
Place Called Home, appesi alle pareti. Questi mostrano l’auto
distruzione di una casa instabile e mobile, costruita sui resti di una
roulotte, e rappresentano la sensazione di soffocamento e claustrofobia
della misteriosa figura temporaneamente prigioniera dello spazio e del
suo costume.
I disegni di Davide Savorani nascono per immaginare le sue performance e
sembrano sfidare i limiti del suo corpo portando alla luce pensieri e
desideri inconsci.Sembrano caricare sulla carta l’energia delle sue idee
trasformandosi in un’esplorazione interiore, viscerale,in costante
evoluzione che ci trasmette un’esperienza nuova della realtà. I suoi
disegni sono come delle confessioni, contemporaneamente intime violente,
che ci seducono in maniera irresistibile.
Opening Thursday March 5th 2009 at 6pm
The Drawing Room is the space in the house generally used to entertain
guests. From an etymological point of view, it descends from
‘withdrawing room’, a place in which to receive, in a semi-private
manner, significant guests, but literally it also means room in which to
draw. The project Drawing Rooms, that will develop along the whole year
2009 throughout different Italian cities, more specifically in private
and public rooms, is inspired by the from the idea of ‘drawing room’
both as a room in which to draw and in which to entertain. Drawing
positions itself as the most instantaneous method through which to
capture the creative process in its becoming. This strength is due to
the quality of its gesture, which is the most direct way through which
to transfer a thought on a flat surface. The distance between the mind
of the person which draws and the page on which he or she leaves a trace
is minimum. The movement is spontaneous, as the automatic gesture of
scribbling while listening to someone speaking. The act of drawing can
thus be considered an unconditioned reflex, a silent language that
emerges from our own hand without any effort. In a contemporary society
in which information is exchanged at a very high speed, and art
productions demand months of preparation, artists feel the need to stop
and represent the world through subtle metaphors. The impact with
reality, pushes artists towards the private dimension of drawing in
which they find a spontaneous and free context, capable of narrating,
their obsessions, their memories and their desires.
The project Drawing Rooms, aims to present a series of artists from
different generations and cultural backgrounds, and offer the audience
the occasion to relate to artistic productions that will hugely differ
in technique, size, themes and representations but that in their
complexity will shed light on the renewed importance of this medium in
the contemporary artistic discourse. Drawing is, nowadays, linked to a
plurality of techniques: charcoal, markers, pencils, watercolours,
multiple hands, projection of images, the use of typewriters, printing
or sowing. Drawing leaves the freedom of making use of all possible
materials, as long as through it artists have the possibility of leaving
a trace.
The first Drawing Room on March 5 2009, will open at the launch of the
new Turinese space, in which Art at Work and Independent Ideas will work
side by side, developing creativity and art. Relating with a space which
is both a private one and a working venue, the young artist Davide
Savorani (Faenza 1977) while wearing a costume made of jute, conceived
as a sort of big shapeless sack from which only hands and feet emerge,
will be strongly present but at the same time hidden, prisoner of a
prothesis that will obscure his sight and limit his movements. This
drawing based performance entitled Oh, Valley!, metaphorically
represents the sense of exclusion and alienation that can be felt in the
space in which one lives and works. The same attitude emerges from the
work A place Called Home, composed of seven carbon paper drawings, hung
on the walls, which show the self-disruptive process of a an unstable
and mobile house, constructed upon the residues of a caravan. These
drawings represent the sense of suffocation and claustrophobia felt by
the mysterious figure, who is temporarily prisoner of the space and of
the costume he has decided to wear.
Davide Savorani’s drawings recontextualize the imagery to his
performances and appear to challenge the limits of his body, showing us
the artist’s unconscious thoughts and desires. His ideas explode on
paper with a profound and visceral energy which captured in its
evolution has the strength to communicate a new experience of the
everyday. His works can be understood as intimate and violent
confessions that seduce us in an irresistible manner.
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